Primi 5 passi della mia vita senza plastica

Una delle strade che ho deciso di percorrere per riuscire a trovare la mia felicità è stata quella dell’eliminazione della plastica dalla mia vita (e più in generale di uno stile di vita più lento e sostenibile, ma avremo tempo per parlarne). Credevo fosse molto più difficile fare questo passo, ma ho capito che in molti casi ciò che manca è la presa di coscienza del proprio peso sul mondo e l’incapacità di rendersi conto che non sono gli altri a dover cambiare per primi, ma siamo noi doverci far carico delle nostre responsabilità.

Io sono all’inizio di questo percorso e i cambiamenti che ho apportato sono davvero semplici (e assolutamente non costosi se questo vi preoccupa), ora vi lascio la mia lista e se vi va di aggiungere qualche consiglio sappiate che sono estremamente ben accetti!

  1. Stop all’acqua in bottiglia: questo punto in realtà comprende due cambiamenti:
    1.1. Smettere di comprare acqua al supermercato – per chi ha l’acqua potabile in casa sembra una banalità, ma quando l’acqua che esce dal rubinetto è davvero troppo dura questo non è possibile e restano due possibilità, il depuratore oppure andare a riempire l’acqua in qualche fontana preposta. Visto che Prato ha i distributori di acqua potabile gratis gestiti dal comune, noi abbiamo scelto questa seconda opzione;
    1.2. Smettere di comprare bottigliette d’acqua quando si è fuori casa – per quanto queste bottigliette spesso siano in PET (che in teoria dovrebbe essere un po’ meno inquinante) queste bottigliette raramente finiscono nel riciclaggio visto che poche città hanno i cassonetti pubblici adatti e anche meno persone ci fanno attenzione. La soluzione è semplice in realtà, una bottiglietta riutilizzabile da poter portare sempre in borsa e da riempire come si trova una fontanella, non solo ecologica ma anche più conveniente.
  2. Detersivo in polvere: prima utilizzavo le ecodosi e per quanto comode erano uno spreco inutile di risorse, con il detersivo liquido non mi sono mai trovata bene e soprattutto non toglieva il problema contenitore, mentre ora con la bella scatola di cartone riciclato del detersivo in polvere mi sto trovando decisamente meglio. In questo caso non è una soluzione definitiva, perché vorrei riuscire a capire anche quali marchi sono al vertice del triangolo “qualità-prezzo-sostenibilità”, ma per non ho avuto il tempo, vorrei anche approfondire il discorso dei detersivi sfusi…anche questo appena ho tempo però.
  3. Ritorno alle saponette: è iniziato tutto dal sapone per le mani, è finito quello liquido, c’era una saponetta a disposizione e ora si compra sempre quella, anche se si sta pensando anche in questo caso al sapone sfuso, perché sappiamo che ad alcuni ospiti la saponetta può dar fastidio. Da qui è arrivato il turno nel bagnoschiuma, eravamo al festival della floricoltura e abbiamo trovato un banchetto che vendeva le saponette di Marsiglia profumate e di varie tipologie, sono state una rivelazione, ora dobbiamo solo testarne la durata per capire se sono convenienti anche dal punto di vista monetario, visto che costano un po’ di più del bagnoschiuma liquido (a seconda della marca).
  4. Alimenti sfusi: questo punto può essere un po’ più complesso perché richiede un cambio di abitudini, invece di prendere tutto insacchettato al supermercato si dovrebbe prestare un po’ più attenzione. I grandi supermercati come Esselunga hanno già al loro interno panificio, ortofrutta, macelleria, etc. ma negli altri casi bisognerebbe spostarsi. Oltre a questi alimenti, ho scoperto che a Prato c’è un negozio che vende anche spezie e cereali sfusi, ancora non l’ho provato, ma vi terrò aggiornati perché anche questo passo si farà, visto che io uso veramente tantissime spezie in cucina.
  5. Basta con il caffè alle macchinette: questo è stato il cambiamento più difficile per me visto che sono una caffeinomane, però ognuno di quei bicchieri si stava dimostrando uno spreco che non ero disposta a compiere e quindi ho preso due piccioni con una fava scegliendo il bar, aumenta la qualità e visto che costa di più ne prendo meno (la salute ringrazia).

Se avete altri consigli vi aspetto nei commenti, se anche voi state facendo qualcuno di questi cambiamenti fatemi sapere come vi state trovando. Io spero di poter aggiornare questa lista molto presto!

6 commenti

    • Io sto cercando in zona un negozio che li venda. Anche secondo me quella è la soluzione migliore, alla fine non è tanto il contenitore in plastica in sé in questi casi (anche per le saponette uso un contenitore in plastica), quanto il monouso di prodotti così ingombranti e inquinanti.

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  1. Ciao a tutti! Io sto tentando di combattere la plastica come posso (al momento sono in stagione e ho difficoltà a tenere fede alle mie esigenze). Mi è piaciuto molto l’articolo e il punto che piùi ha interessato è il detersivo nelle scatole di cartone, è un’ottima soluzione ma non ci avevo mai pensato prima. Conoscete qualche detersivo ecologico in polvere? Io, che invece vado d’accordo con il detersivo liquido, uso sempre il Winnie’s, la pubblicità dice che “fa bene alla natura”, ha le ricariche che travaso nel primo fusto che ho comprato però effettivamente anche le ricariche sono in plastica quindi se potete aiutatemi!!! Io purtroppo vivo a Oristano e non siamo pieno di negozi che vendono sapone sfuso… Comunque ti ringrazio per le interessanti novità da cui prendere spunto e spero che tu riesca ad aggiornare la lista per aiutarci a vivere davvero “in un mondo più pulito”

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    • Ciao! Mi fa davvero tanto piacere che l’articolo ti sia interessato!
      Allora, in realtà non so bene quali marche siano le più ecologiche a livello di lavaggio, in generale però, anche se ha bisogno di temperature un po’ più alte rispetto al detersivo liquido è anche più forte come potere lavante e quindi ne serve una quantità minore (ovviamente dipende dal tipo di detersivo, se si sceglie qualcosa per risparmiare molto in genere anche la qualità cala). Come dicevo nell’altro commento a Menti Vagabonde in futuro spero di riuscire a trovare anche dei distributori di detersivi sfusi per vedere un po’ come mi trovo, li usavo già quando vivevo a Cagliari ed erano il massimo.
      Per darti una mano con la scelta del detersivo ti condivido questo articolo, non so se ad Oristano li vendano da qualche parte,ma magari potresti provare a recuperarli tramite Amazon
      https://www.greenme.it/consumare/detergenza/16845-detersivi-ecologici-e-non

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  2. Il problema non è la plastica, l’uomo e come la utilizza. Perché nel ciclo animale non esistono rifiuti? Perché si basa su un altro approccio, che non è consumistico e capitalistico. Servirebbe maggior consapevolezza e rispetto sull’impatto di qualunque ciclo produttivo e su ogni tipo di prodotto. Ma tanto andremo su marte a vivere e ne noi ne i nostri figli vedranno la terra implodere, quindi chissene!

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    • Non credo che sia possibile paragonare il nostro ciclo di vita a quello del mondo animale, volendo ognuno di noi potrebbe tornare a vivere nella natura, lottando ogni giorno per la sopravvivenza senza nessun aiuto tecnologico, già molte persone lo hanno fatto in realtà, ma per la maggior parte di noi lasciare tutti gli agi per vivere in natura è impensabile.

      Ma sono completamente d’accordo con il fatto che servirebbe maggior consapevolezza e rispetto quando si compra e si consuma, perché vivere in maniera agiata non è sinonimo di spreco e consumo sconsiderato. Quella è solo una degenerazione della soddisfazione dei bisogni imposta dal mercato che ha bisogno di chiudere i bilanci sempre in attivo.
      Della maggior parte delle cose che si comprano non ne abbiamo bisogno, però abbiamo bisogno di comprarle perché la società fa pensare che comprare cose renda felici. È un discorso abbastanza lungo, ma ne ho parlato meglio in questo articolo se ti interessa: https://wordpress.com/view/siamoquellocheviviamo.wordpress.com

      Tutte le modifiche che ho fatto e sto facendo nella mia vita sono anche un modo per consumare meno, aumentando però la qualità e non imponendo al mondo la mia spazzatura quando posso evitarlo semplicemente.

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